Tra poco la Cina by Davide Cucino

Tra poco la Cina by Davide Cucino

autore:Davide Cucino
La lingua: ita
Format: epub
editore: Bollati Boringhieri
pubblicato: 2012-05-23T16:00:00+00:00


Evoluzione nell’Asia-Pacifico

L’attività politica sempre più frenetica della Cina in tutto il continente asiatico ha recentemente risvegliato gli Stati Uniti che, consapevoli di perdere terreno a livello globale, hanno avvertito la necessità di rientrare in gioco nell’area, almeno con una presenza strategica di carattere militare. Non è un caso che a partire dal 2010 in varie occasioni l’amministrazione Obama abbia indicato il quadrante dell’Asia-Pacifico di vitale importanza e quella del Mar Cinese Meridionale di «interesse nazionale». La presenza, per la prima volta, del Presidente americano ai lavori dell’EAS nel novembre del 2011 a Bali, in Indonesia, è chiaramente in relazione alla politica americana di riposizionamento nel continente. Gli Stati Uniti stanno inoltre promuovendo tra i paesi membri dell’ASEAN l’adesione al Trans-Pacific Partnership (TPP; un trattato molto criticato dalla Cina, che teme di perdere la sua influenza sulla regione) e hanno inoltre raggiunto un’intesa con l’Australia per lo stanziamento a rotazione di 250 marines nelle basi del paese.

L’attività in corso è certamente il risultato della crescente preoccupazione da parte dei membri ASEAN rispetto a un potenziale ruolo egemonico della Cina. Molti hanno assecondato la assertiva presenza cinese per oltre un decennio per motivi di opportunismo. La Cina, infatti ha aiutato i paesi più sviluppati dell’associazione a creare un migliore clima nei rapporti economici attraverso l’attrazione degli investimenti delle loro aziende proprio nel mezzo del boom economico cinese, e ha adottato una politica di cooperazione economica con tutti gli stati che avevano necessità di favorire uno sviluppo di carattere infrastrutturale (progetti di autostrade e ferrovie panasiatiche, lo sfruttamento «congiunto» del Mekong, la controversa costruzione di dighe per la produzione di energia elettrica, da distribuire poi proprio verso l’assetata Cina, e persino la costruzione del palazzo del governo in Laos). L’obiettivo di raggiungere i 500 miliardi di dollari d’interscambio entro il 2015 potrebbe addirittura, crisi permettendo, essere raggiunto già nel 2012, dal momento che a oggi ha già superato i 350 miliardi.

Lo spostamento dell’asse degli investimenti da e verso il Sud-Est Asiatico, a causa dell’acuirsi della crisi in Occidente e in particolar modo in Europa, assume pertanto un significato particolare. È infatti soltanto dall’inizio del secondo decennio del nuovo secolo che si è assistito a un incremento degli investimenti cinesi verso i paesi ASEAN, di cui si è fatto cenno in precedenza. Senza un impegno costante e concreto da parte della Cina, che è già diventata il maggiore partner commerciale dell’ASEAN, il rischio è che l’obiettivo di accreditarsi come la nuova superpotenza della regione non venga completamente centrato, danneggiando così le credenziali di superpotenza globale a tutti gli effetti.

La presenza americana al largo dell’Asia-Pacifico e i nuovi accordi commerciali con gli Stati Uniti consentono a questi paesi azioni più coraggiose. È stato il Sottosegretario di Stato Hillary Clinton a porre con forza l’accento sul rinnovato impegno degli USA nell’area: «Il futuro delle politiche sarà deciso in Asia, non in Afghanistan o in Iraq, e gli Stati Uniti saranno proprio al centro dell’azione».3

Non è un caso quindi che il Myanmar abbia sospeso nell’ottobre del 2011



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